Il Rubacuori, l’Urban Château tra sogno e realtà

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Da piccola ero capace di sognare ad occhi aperti e di inventare storie fantastiche. Ero curiosa, sempre pronta a catapultarmi in universi sconosciuti per vivere nuove avventure con personaggi bizzarri ed eccentrici. Amavo le favole.

Un giorno ho smesso di usare la mia fervida immaginazione e ho seguito il consiglio di mia madre: ho iniziato a vivere con i piedi per terra, almeno fino a quando non mi sono riscoperta infelice.

Per un po’ ho dato la colpa al lavoro e alla famiglia, poi alla sfortuna e al tempo. Ci ho messo un po’ ad accorgermi che quell’infelicità dipendeva unicamente dalla mia volontà.

L’ho capito proprio ieri, mentre fissavo compulsivamente l’orologio e imprecavo contro chissà chi, bloccata nel traffico nei pressi di Porta Ticinese.

È stato in quel momento che ho capito che la mia vita aveva imboccato una strada sbagliata. Dov’erano finite la mia immaginazione e la mia curiosità? Dovevo assolutamente ritrovarle, dovevo ritrovare me stessa.

rubacuori milano

L’inizio della favola al Rubacuori

chateaux monfort milano

Una parte di me è sospesa in un passato lontano mentre l’altra guarda dritto davanti a sé, verso l’ignoto. Mi chiedo che senso abbia vivere con la nostalgia del passato e l’ansia del futuro, quando posso essere felice semplicemente adesso.

Sarà per questo che non ho esitato un istante quando una vecchia amica di infanzia mi ha invitata a vederci per un caffè: «Ci vediamo domani alle 18:00 nel quartiere di Porta Monforte, in Corso Concordia numero uno. Non mancare!».

Così, ho messo via la rabbia e riposto l’orologio in un cassetto, ho indossato un vestito di seta azzurro e sono salita sul tram per raggiungere il luogo dell’incontro. 

Ora che mi ritrovo qui, davanti a questo enorme edificio dal fascino Art Nouveau che sovrasta Piazza del Tricolore, mi sento un po’ fuori luogo. Sembra essere il luogo ideale per chi cerca una cena romantica a Milano o un ristorante elegante in cui trascorrere la serata tra champagne e piatti gourmet. 

Io non sono affatto il tipo o, almeno, credo di non esserlo.

Il palato si anima con lo chef show
Una porta tra realtà e fantasia

Non ho un orologio, ma la mia amica è palesemente in ritardo. La “vecchia me”, quella che non ama perdere tempo, si sarebbe arrabbiata molto.

Eppure, guardando attraverso le vetrate di questo grande portone la rabbia sembra svanire nel nulla. Intravedo l’intensa luce naturale che riempie le stanze all’interno e che avvolge ogni cosa, ricoprendo intarsi floreali ed eleganti sedie dei primi del ‘900.

Per qualche istante il tempo sembra dilatarsi a dismisura fino quasi a scomparire.

Non voglio aspettare oltre, così mi decido ad entrare. La sensazione che avverto è quella di varcare la soglia di un flebile confine tra realtà e fantasia e mi rendo conto che ciò che mi sto lasciando dietro non è altro che un mondo costruito sopra vecchi desideri sepolti, ma ancora vivi.

Forse la realtà è proprio quella che mi aspetta una volta varcata la soglia di questo portone e non quella che mi sto lasciando dietro?

Al momento, l’unica cosa di cui sono assolutamente certa è voglio perdermi in questo tempo sospeso tra passato e futuro e scoprire cosa c’è al di là di questa porta.

cena romantica a milano

L’incontro tra Amore e Psiche

Sembra di entrare in uno scrigno magico. È strano che all’ingresso non ci sia nessuno ad accogliermi, ma la cosa non mi turba né tantomeno mi frena. Così, mi dirigo verso quella luce intensa, soffermando lo sguardo sulle decorazioni dei pavimenti e sulla particolarità dei mobili d’epoca che arredano ogni stanza.

Ancora una volta mi ritrovo di fronte a una scelta. Entro nella sala con l’enorme cupola di cristallo oppure attraverso l’ingresso salendo le scale a destra? E se invece andassi a sinistra?

Non ricordo di aver mai avuto dubbi nella vita, ma qui non è semplice capire che strada prendere. È come se avessi perso ogni certezza una volta entrata e mi lasciassi guidare esclusivamente dal mio intuito. Mi sembra di tornare bambina.

Decido di andare a sinistra e percorrere la lunga scalinata che mi porta giù, nell’atrio interrato.

Entro nelle misteriose segrete, nella Sala dell’Incantesimo e nella Cella di Bacco, una stanza con un’ampia selezione di vini che circonda un grande tavolo di legno al centro. Poi vengo distratta dal rumore dell’acqua che scorre. Proviene da un’altra stanza.

La stanza del desiderio, è così che l’ho chiamata. Le pareti sono dipinte con i colori della terra e l’ambiente risveglia in me memorie ancestrali. Le luci soffuse rendono l’atmosfera ancora più intrigante mentre l’acqua, che scorre proprio al centro della stanza, trasforma la mia permanenza in un sogno ipnotico.

Quando mi immergo nella vasca blu è come se la mia mente si liberasse di qualsiasi catena e riportasse alla luce tutti quei desideri sepolti. È una catarsi. Stavolta, mente e corpo sono un’unica cosa.

La riscoperta

Mi imbatto in splendidi quadri a cielo aperto irradiati, di giorno, di abbondante luce naturale.

Percorrendo questa scala verso l’alto, ogni passo si fa più leggero. Nonostante trovi molto strano essere da sola all’interno di un palazzo d’epoca di ben quattro piani, senza sapere che ora sia, libera di esplorare e di scegliere dove andare, l’ansia è del tutto sparita.

Stavolta sono io a fare le regole e ad essere la protagonista della storia. Così, decido di entrare in tutte le 77 stanze del palazzo, sicura che ognuna di queste riuscirà a svelarmi qualcosa di me che ancora non so.

Ho fatto un sogno partendo da Nagasaki e arrivando a San Pietroburgo, camminando per le campagne francesi e per le strade di Pechino.

Mi sono svegliata in un giardino d’Oriente, tra romantiche cascate floreali e pareti damascate. Ho attraversato quattro regni incantati e vissuto avventure straordinarie insieme a Clara e allo Schiaccianoci.

Ho cavalcato un enorme dragone, accompagnando la principessa Turandot alla scoperta di un amore sconosciuto e indossato i panni di una geisha, tentando di dissuadere Madama Butterfly dal togliersi la vita per un amore mai nato. 

È l’ora di svegliarmi.

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Un dolce risveglio

Prima di entrare al Rubacuori, il tempo sembrava essersi cristallizzato in un loop infinito in cui la routine aveva preso il sopravvento su desideri, sogni e ambizioni. Cosa mi piaceva? A cosa aspiravo? Cosa volevo davvero?

Non avrei saputo rispondere a nessuna di queste domande prima di entrare, ma sapevo esattamente quali azioni compiere. Un paradosso, a pensarci adesso. 

Quando ho aperto gli occhi, questa mattina, la luce del sole riempiva letteralmente la stanza e i raggi venivano filtrati dagli intagli di foglie e rami della testata del letto, interamente rifinita a mano. È stato come risvegliarsi da un lungo sogno e ritrovarsi nel bel mezzo di un ricordo d’infanzia. 

Mi sono precipitata giù, nella Sala del Dolce Risveglio. Era inaspettatamente piena di gente e ad aspettarmi c’era proprio la mia amica. Era seduta in una delle tante poltrone di velluto rosso con lo schienale a forma di cuore, sorseggiava del tè caldo ad una tavola imbandita con torte, deliziosi dolcetti e teiere di ceramica.

Ho pensato di stare ancora sognando, almeno fino a quando lei non ha alzato lo sguardo verso di me e mi ha fatto cenno con la mano: «Alice, finalmente ti sei svegliata! Vieni, assaggia questo tè, è davvero delizioso». 

Stavolta, era tutto reale e non vedevo l’ora di iniziare quella giornata in compagnia della mia vecchia amica.  

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Servizi offerti: Colazione, Brunch, Pranzo, Cena in sala privata, Servizio alcolici e Bar, Servizio al tavolo

Altri servizi: Spa con piscina interna e percorsi benessere; Tour esclusivi, Organizzazione matrimonio, Meeting ed eventi. 

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