Un’avventura all’Avalon Legend, il ristorante medievale

Caro diario,

ti scrivo solo adesso, dopo essermi ripreso dalla mega abbuffata delle feste e dal mio compleanno. È questo il prezzo da pagare per essere nati il 26 Dicembre. 

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In effetti, non mi è mai piaciuto particolarmente festeggiare il compleanno. Non mi piace tutta quella attenzione accentrata su di me. L’imbarazzo verso i regali non graditi. Gli invitati scomodi, che però non possono mancare. Organizzare, invitare, programmare tutto per così tante persone diverse.

Eppure, una volta tanto posso dire che il compleanno è stato un successo quest’anno. Una vera avventura con tanto di incoronazione finale. Potrà sembrare esagerato, ma non è troppo distante da ciò che davvero è successo quella sera.

Ma non voglio rovinarti la sorpresa, quindi comincio dal principio. Dal mio arrivo all’Avalon Legend, il ristorante medievale dove la mia avventura ha inizio.

Le sale del castello del ristorante medievale

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Era già buio e faceva parecchio freddo quando arrivammo. Io e i miei genitori, come sempre, siamo arrivati con una ventina di minuti d’anticipo per accogliere gli ospiti.

Non che fossero moltissimi. Come ho detto, non mi piace granché festeggiare il mio compleanno, figuriamoci insieme a una folla di persone. Quindi mi sono deciso a invitare solo pochi fortunati.

 

Nell’attesa, visto il freddo glaciale, decidemmo di entrare all’Avalon Legend per riscaldarci, ma anche per curiosità. Mio padre non mi aveva detto molto riguardo a questo ristorante medievale e sinceramente non avevo grandi aspettative. Il ché rese ancora più eccezionale la scoperta del mio “regno” per una sera.

Al nostro ingresso mi ritrovai circondato da piccoli tavoli in legno con delle sedute dall’aspetto molto pesante. Anche se in realtà non erano tutti uguali: guardandomi intorno mi resi conto che alcuni tavoli erano più grandi e belli di altri e circondati da sedute decorate dall’alto schienale a punta.

Come se ci fossero, come in una vera città medievale, le stanze dei nobili e quelli dei popolani. Intorno alle tavole dei nobili, separate dalle grandi sale comuni del ristorante da alte arcate in pietra, vi erano lunghi stendardi con stemmi di corone, gigli e simboli di casate antiche affissi alle pareti.

La Tavola Rotonda, i cavalieri e la principessa

Notando queste differenze, mi convinsi che saremmo finiti in un tavolo angusto, magari dietro le grate di quel che sembravano le prigioni del castello. Un gentile cameriere ci accolse quasi subito e ci fece strada verso il tavolo prenotato per l’occasione.

Attraversammo uno dopo l’altro i grandi archi di pietra che sormontavano il locale, passando accanto a scudi decorati, elmi e spade di ogni tipo. Alla fine il cameriere si fermò lungo il corridoio, indicando alla sua destra una sala “nobiliare”. Non mi sarei certo aspettato di sedere proprio alla Tavola Rotonda!

In un camelot pub che si rispetti non si può non parlare di Re Artù e dei suoi cavalieri! Proprio mentre mi sistemavo nel posto riservato al sovrano – tradendo un po’ d’emozione, lo ammetto – arrivarono gli invitati che aspettavo.

Tra questi c’era lei, Chiara, la ragazza più carina della classe che, con mia grande sorpresa, aveva accettato il mio invito! Con lei c’erano il mio migliore amico, Andrea, e il bulletto della classe, Riccardo. Purtroppo i nostri genitori erano amici d’infanzia, quindi mi toccava sorbirmelo anche stavolta.

Lei era davvero bellissima, ma sfortunatamente scelse di sedersi proprio accanto a Riccardo che non faceva che dar fastidio a chiunque gli stesse accanto. Sembrava quasi una principessa prigioniera…

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Un’abbuffata da veri re

Non ci volle molto perché arrivasse il resto degli invitati. Diciamo che mi stavo divertendo con Andrea e gli altri compagni, se non fosse stato per Chiara. Non che facesse niente di male, anzi: mi lanciava delle occhiate pietose, come se volesse che qualcuno facesse smettere Riccardo, che nel frattempo schiamazzava come un deficiente.

A rincuorare sia me che lei bastò il menù dell’Avalon Legend, che era pieno di cose veramente buonissime. Prendemmo tutti un ottimo antipasto del guerriero, con sformati e tortini di stagione, frittura vegetale alla birra, salumi e altre cosine sfiziose.

Un ristorante medievale come quello non poteva certo farsi mancare un menù adeguato: tra una pizza Ulrich e un secondo di carne chiamato la torre di Avalon, non avevamo davvero più spazio nemmeno per il dolce.

A quel punto, in realtà, a me la serata sarebbe anche andata bene così com’era. Ero sazio, tra amici e abbastanza contento. Fu in quel momento che un cavaliere – un vero cavaliere – si avvicinò al nostro tavolo.

Il tavolo si ammutolì di colpo. E nessuno di noi si sarebbe mai aspettato quel che successe dopo.

La prova dei cavalieri dell’Avalon Legend

Il cavaliere ci parlò della leggenda che si narrava ormai da anni in quel regno: 

Chi fosse riuscito a impugnare la leggendaria spada con una sola mano per il tempo di una clessidra, sarebbe stato ricompensato con gli onori di un re.

Subito Riccardo si fece avanti, altezzoso. Non appena il cavaliere gli porse la spada, assunse una smorfia di dolore, tradendo tutta l’arroganza mostrata pochi attimi primi. Non arrivò nemmeno a metà clessidra e lasciò cadere la pesante arma che fece un gran rumore metallico sul pavimento.

Andrea e gli altri mi incoraggiarono a tentare l’impresa. Ma fu Chiara a convincermi, promettendomi un bacio se fossi riuscito nell’impresa. Inutile dire che non esitai oltre.

Impugnai l’arma con una mano e quasi caddi in avanti per il peso. Capii l’espressione di Riccardo. Ma ero determinato a vincere la prova. Quella clessidra non finiva mai di scorrere, finché non pensai che mi sarebbe letteralmente cascato il braccio.

Alla fine, mi ritrovai – senza che me ne rendessi conto – sollevato a festa dai miei compagni, mentre venivo incoronato cavaliere e fatto sedere su un bellissimo trono col mio nome inciso sopra. Avevo vinto la prova! E il bacio di Chiara con essa!

Insomma, un compleanno così non capita tutti i giorni! Ma forse è proprio così, se lo si festeggia all’Avalon Legend, il re dei ristoranti medievali di Roma. Almeno per me.

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